Passa ai contenuti principali

Compiti a casa: fanno bene o fanno male?

Illustrazione di Nicoletta Costa.


E' tempo di vacanze, ma per gli studenti non sempre l'assenza delle lezioni coincide con un effettivo riposo dalle attività scolastiche. Questo riporta l'attenzione su un tema sempre controverso e dibattuto: i compiti a casa.

Nel 2017 avevo affrontato l'argomento con un articolo tratto da OggiScuola e con un'opinione personale Ancora compiti...:
"Premetto che non sono mai stata contro i compiti a casa, che penso che una piccola quantità di compiti permetta allo studente di consolidare gli apprendimenti, d'imparare a gestire le responsabilità ed il lavoro in autonomia. Detto questo i compiti andrebbero assegnati con criterio.

Essendo un'educatrice che segue nel pomeriggio i bambini durante lo svolgimento dei compiti o in percorsi di potenziamento cognitivo, mi son resa conto che quando i compiti sono troppi, perdono di significato. Il bambino non presta attenzione al processo, aumenta notevolmente l'impulsività, l'obiettivo non è più apprendere, ma "smaltire i compiti", a discapito del loro valore! In più alcuni bimbi, con situazioni di confine con disturbi dell'apprendimento (quindi con difficoltà di controllo dell'impulsività, con un orientamento spaziale carente, con difficoltà nella memoria procedurale, etc.), con troppi compiti vanno letteralmente in confusione, con un crollo delle prestazioni, che non serve ad apprendere, ma che danneggia l'autostima ed il senso di competenza."
 
Un tema così delicato, però, non può essere lasciato all'opinione.
 
Condivido il video con l'intervista della Dottoressa Daniela Lucangeli a Gianluca Campana, psicologo, psicoterapeuta, docente di psicologia cognitiva, testimonial di www.bastacompiti.it (movimento nato su FB per portare l'attenzione sul tema dei compiti a casa ) che ha studiato il fenomeno:  Compitixcasa 1.
 
Il professor Campana, in seguito ad una meta analisi, ossia dopo una ricerca che analizza gli esiti di un ampio numero di ricerche sul tema, ci racconta che l'Italia ha un triste primato internazionale per quantità e tempo dedicato ai compiti a casa e solo la Russia ne assegna più di noi. 

Dalle ricerche emerge che negli anni della scuola Primaria i compiti a casa hanno un'efficacia nulla sugli apprendimenti e non ci sono differenze significative tra studenti che svolgono tanti compiti e chi non ne fa affatto.

Alla Primaria i compiti rischiano di evidenziare il divario tra studenti appartenenti a famiglie con un buon livello socio-culturale e quelle più deprivate.

Inoltre pare abbiano effetti negativi sulla motivazione, perchè i ragazzi rischiano il "sovraccarico" e le prestazioni calano.
 
Le ricerche dimostrano che gli studenti della Primaria, invece, traggono beneficio dalle esercitazioni in classe con i docenti.

Alla Primaria i compiti a casa sono assolutamente "bocciati" per gli studenti che frequentano full time e sono ammessi  con moderazione ed intelligenza per gli studenti part time, perchè è la QUALITA' a fare la differenza.

Alla Secondaria i compiti a casa invece sono necessari, perchè positivi per gli apprendimenti. E' vantaggiosa una quantità intermedia, mentre troppi sono nuovamente negativi. 
 

Commenti

Post popolari in questo blog

Le cornicette.

Cornicette: fiori. Ricordo ancora con piacere quando al termine dell'esercizio decoravo la pagina con una bella cornicetta , al tempo per me disegnare cornicette era semplicemente un atto divertente, creativo e rilassante. In realtà tracciare cornicette per un bambino che sta terminando la scuola materna o che frequenta i primi anni della scuola elementare, può essere una risorsa per allenare non solo la creatività, ma per affinare la coordinazione mano occhio e alcuni aspetti cognitivi. Vediamo insieme come mai la cornicetta è una risorsa... Cornicetta: insetti. Per riprodurre una bella cornicetta, bisogna imparare ad osservare bene il modello : esplorarlo sistematicamente, identificarne la forma e le caratteristiche. Quindi è necessario riprodurre il modello, ma a questo fine si deve prima organizzare lo spazio (ossia i quadretti necessari), pianificare , comprendere quante righe tracciare, che orientamento dare alle righe (orizzontale, verticale, obliquo), indivi...

Coloritura Facilitata.

Mi piace molto proporre a mia figlia (4 anni compiuti da poco) delle attività. Pare si diverta e a volte è lei stessa a chiedermi con impazienza di farle fare qualcosa. Ammetto che per me è una gioia, perchè essendo una mia passione, mi sembra di trasmetterle qualche cosa di me, una sorta di eredità non materiale che le rimarrà. Per divertimento ho deciso di far sperimentare a G. la coloritura facilitata, solitamente è una strategia che si usa con bimbi che hanno difficoltà nel colorare con precisione e nel rispettare i bordi . Per chi non conoscesse la tecnica è molto semplice: si traccia il disegno col pennarello, quindi i bordi della figura vengono ripassati con colla vinilica ed una volta asciutti saranno in rilievo, creando un bell'effetto che a me ricorda  la gelatina.  Prima d'iniziare a colorare ho chiesto a G. di nominare le parti del Calimero e di passare il dito indice della mano con cui colora (la destra) sui contorni in rilievo. Mi sono r...

Mamma ed educatore professionale, due "mestieri" diversi con punti di contatto.

Giulia fa  la nanna.   Navigando sul web o parlando con conoscenti, mi è capitato spesso di leggere commenti circa le competenze educative delle mamme. Proprio da queste letture e dall'ascolto, è nata la mia riflessione che ho piacere di condividere... Diverse volte mi è capitato di ascoltare frasi del tipo: "Però Tizia non può capire, non ha figli!", non di rado la Tizia in questione era un'educatrice formata con anni d'esperienza!  Non è nemmeno raro percepire da parte dei genitori sfiducia nelle figure che ruotano intorno ai propri figli (pediatri, educatori, insegnanti, psicologi), come se nessuno eccetto loro avesse interesse nel tutelare il minore.  E' difficile, dal mio punto di vista separare l'essere mamma dal fare l'educatrice, perchè come genitore l'agire è determinato dall'intenzionalità educativa, ossia dalla volontà di aiutare mia figlia a sviluppare risorse, competenze e piano piano condurla verso una progressiva autono...