Se l'inglese fa paura... La mia esperienza di Partner Usborne e suggerimenti maturati.





“L’unica cosa che dobbiamo temere, è la paura stessa.” Cit.


L’inglese fa paura? Nel mio percorso di Partner Usborne, ho capito una cosa; l’inglese fa paura agli adulti! Molti genitori, nonni sono attratti dalla bellezza dei libri Usborne, ma quando scoprono che sono in inglese, fanno un passo indietro.

La paura più grande degli adulti riguarda la pronuncia: l’inglese non è una lingua trasparente, quindi le parole si pronunciano diversamente da come si scrivono. Altre volte i timori affondano radici nelle infelici esperienze vissute tra i banchi di scuola e mai superate.

Queste preoccupazioni sono comprensibili, ma con un rovesciamento di prospettiva si possono trasformare in risorse, infatti ci aiutano a capire quanto sia importante che il bambino sin dalla prima infanzia possa vivere l’inglese come una bella esperienza, una scoperta fondata su curiosità e gioco.





L’inglese per il bambino deve essere un’esperienza ludica, che trova il suo fondamento nella relazione. E’ in una relazione affettiva positiva con le figure di riferimento che l’inglese può trovare spazio e acquisire valore.

I bambini non hanno paura dell’inglese, accolgono con entusiasmo quanto viene proposto sotto forma di gioco e divertimento.

Noi adulti troppo spesso ci concentriamo sulla prestazione e sul giudizio, così da perdere di vista il piacere per ciò che facciamo. Non è questa abitudine che vogliamo trasmettere al bambino.

Noi genitori, non siamo insegnanti d’inglese, ma mediatori. Questo significa che noi siamo dei facilitatori, ci poniamo tra il bambino e l’inglese. I nostri obiettivi sono: avvicinare, incuriosire, appassionare alla lingua offrendo al bambino stimoli diversi orientati verso il medesimo obiettivo.

Il genitore ha una marcia in più rispetto a qualsiasi luminare, che non è il sapere, ma la relazione affettiva: è in una relazione intenzionale e reciproca che si trasmette al bambino la curiosità e si crea il bisogno.

L’affettività, il vivere insieme momenti piacevoli, sono le ragioni che indurranno il bambino a desiderare ripetere l’esperienza nel tempo, perché gratificante. L’esperienza appaga il bambino non perché si è sentito bravo, ma prima di tutto perché si è sentito amato.

Il bambino desidera sentirsi amato, prima ancora di sentirsi competente.


P.S.: qual'è la tua esperienza con l'inglese? Quali sono le ragioni, secondo te, per cui tuo figlio o figlia dovrebbe apprendere questa lingua? Leggeresti al tuo bambino un libricino in inglese? 




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