I giochi dei bambini della Roma antica.

 
"Fammi giocare solo per gioco
Senza nient’altro, solo per poco
Senza capire, senza imparare
Senza bisogno di socializzare
Solo un bambino con altri bambini
Senza gli adulti sempre vicini
Senza progetto, senza giudizio
Con una fine ma senza l’inizio
Con una coda ma senza la testa
Solo per finta, solo per festa
Solo per fiamma che brucia per fuoco
Fammi giocare per gioco.
"


di Bruno Tognolini, "Diritto al gioco".


In questo blog, talvolta è stato trattato il tema del gioco, parlando dell'importanza che  questo ha per lo sviluppo emotivo, cognitivo, fisico e relazionale del bambino.
I cuccioli di ogni spece imparano e sperimentano attraverso il gioco, così anche i cuccioli d'uomo hanno sempre dedicato  tempo ed inventiva a questa attività.
Per questa ragione Vi invito alla lettura del seguente articolo, che affronta il tema del gioco dei bambini nell'Antica Roma (il link è tratto da: http://piccolituristi.turismoroma.it/index.php/pagine/indice/it , un bellissimo sito, dedicato a bambini e ragazzi, che vogliono conoscere la città di Roma):

"I giochi dei bambini antichi

I bambini nell’antica Roma giocavano spesso per la strada o in piazza. I giochi e i giocattoli di un tempo erano molto semplici e fatti di materiali poveri, come legno, creta, stracci e segatura. Ma alcuni vanno di moda ancora oggi, come la palla, l’altalena, la trottola e l’aquilone. E come oggi, per i giochi di strada i bambini antichi preferivano attività di movimento. Su molte sculture e pitture romane sono raffigurati il salto della cavallina, la mosca cieca o il gioco del nascondino e quello del Cerchione, che era molto diffuso. Ecco come si giocava: camminando si teneva dritto in bilico un grande cerchio di legno e si andava avanti spingendolo con una bacchetta. Chi lo faceva cadere era eliminato. C’era poi il tiro delle noci, che venivano lanciate da lontano e vinceva chi riusciva a farle entrare in piccole buche, chiamate fossette. imageCome succede anche oggi, per strada si giocava a palla, specialmente all’harpastum: quattro o più giocatori, disposti in cerchio e tutti di spalle, dovevano lanciarsi una palla pesante piena di segatura e prenderla non era poi così facile! E le bambine portavano a spasso la loro bambola fatta di stracci. Ma alcune, più benestanti, avevano bambole sofisticate, con le braccia e le gambe snodate, che somigliano molto alle moderne Barbie. Un altro passatempo dei bambini e anche dei grandi era il gioco del tris o filetto: piccoli segni, cerchietti o croci, venivano tracciati in un quadrato diviso in caselle, che funzionava come una piccola scacchiera. E vinceva chi riusciva ad inserire tre segni uguali, prima che l’avversario bloccasse il tris con il proprio segno. Il gioco si faceva in strada o dove capitava, incidendo piccole scacchiere su tavolette, ma anche su pietre o scale di edifici. Proprio come puoi vedere sui gradini della Basilica Giulia al Foro Romano."

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