Liberi di giocare, ma...
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"Fammi giocare solo per gioco
Senza nient’altro, solo per poco
Senza capire, senza imparare
Senza bisogno di socializzare
Solo un bambino con altri bambini
Senza gli adulti sempre vicini
Senza progetto, senza giudizio
Con una fine ma senza l’inizio
Con una coda ma senza la testa
Solo per finta, solo per festa
Solo per fiamma che brucia per fuoco
Fammi giocare per gioco."
Bruno Tognolini
Giocare è una cosa seria: per i bambini il gioco è un bisogno, un'occasione di scoperta, un momento di apprendimento ed un diritto. E' importante che gli adulti permettano ai bambini di esercitare il "diritto al gioco", ma è altrettanto necessario che attraverso il gioco i bambini imparino che grandi e piccini, di ogni età, hanno dei doveri e che solitamente diritti e doveri vanno a braccetto.
Proprio ieri, mia figlia Giulia (12 mesi) giocava in casa, a palla, con la nonna; la nonna (la mia mamma) ingenuamente voleva insegnare a far rimbalzare la palla e appagata dal sorriso divertito e adorante della nipotina, non ha pensato ai poveri vicini del piano di sotto!
Da questa esperienza di gioco mediato in maniera poco costruttiva è scaturita una riflessione che mi fa piacere condividere.
Mia figlia ha due palle: una palla di gomma ed una palla di stoffa. Se nonna e bimba vogliono giocare in casa possono farlo in cameretta con la palla di stoffa, che non provoca danni ed è silenziosa. Giulia è vero, ha il diritto di giocare, ma deve avere dei limiti ed imparare ad aver rispetto e tener conto di chi vive intorno a lei.
Noi
tutti non abbiamo una libertà assoluta, ma una libertà relativa e tale deve
essere, perché così possiamo rispettare anche i diritti altrui. Giulia ha
un anno e gattona, si deve accontentare di una palla di stoffa, poi
quando camminerà potrà giocare all'aperto
e far rimbalzare la palla di gomma. Così facendo imparerà a distinguere le
situazioni, a rispettare le orecchie dei vicini, a non distruggere la
casa che è costata lavoro e impegno, a trovare alternative adeguate alla
situazione. Tutto questo secondo me non la svantaggerà, ma le insegnerà a
pensare e ad esser sensibile ai bisogni degli altri.
Qualcuno potrebbe replicare che sono solo bambini, che devono esser liberi di giocare, che avranno tutta la vita per far sacrifici e che oggi le persone sono intolleranti anche verso le grida gioiose dei più piccoli.
In questo caso vorrei ricordare che, come premesso sopra, il gioco è un'occasione di apprendimento, quindi è un'ottima opportunità per dare ai piccoli regole e limiti, anche se possono sembrare piccole frustrazioni.
I bambini, non saranno piccoli per sempre; sebbene a noi genitori non piaccia nemmeno immaginarlo, difficilmente la vita risparmierà loro delusini e dolori, quindi è bene che sin da piccoli imparino a tollerare la frustrazione derivante da qualche No (che va sempre spiegato e motivato rispettosamente), perchè altrimenti per loro crescere e vivere sarà una grande fatica.
Come sempre i tuoi articoli sono chiari e inducono alla riflessione, condivido quel no che fa crescere sani. Mi piace il pensiero che la libertà non deve essere intesa come condizione assoluta. Buona domenica Nadia, ti seguo sempre con molto piacere
RispondiEliminaGrazie mille Antonella. Serena Pasqua.
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