L'importanza del gioco sin dal primo anno di vita del bambino: "giocando s'impara".

Peluches con fischietto, di differenti materiali, con orecchie che stimolano tatto ed udito. (Giulia Sassi, copyright: NadiaScarnecchia@)
 
"Le crescite son possibili
solo se si mantiene 
il cuore bambino
e se si sa giocare
come un bambino,
un adulto che non lo sa fare 
ha perduto per sempre
qualcosa d'incomparabile
valore."

Pablo Neruda


Giocare è una cosa seria; i bambini questo lo sanno, per questa ragione trasformano ogni cosa in gioco, sanno cogliere ogni occasione per esplorare, sperimentare e si lasciano rapire dalle attività ludiche e conquistare da un adulto che sa giocare con loro.

Le neuroscienze sono andate in soccorso della pedagogia, sostenendola nel dichiarare che il bambino, seppur piccolissimo, non è un esserino passivo, un vaso vuoto da colmare, ma il bambino è competente. Il fanciullo è a tutti gli effetti una persona in miniatura, con potenzialità che possono sbocciare come in un rigoglioso giardino, se adeguatamente stimolato, stimato, compreso. 

Sin dai primi vaggiti il neonato ha necessità di colmare innanzitutto i bisogni di mancanza: fisiologici, di sicurezza, di appartenenza  ed amore, di stima (Teoria Maslow), ma va adeguatamente stimolato e seguito, affinchè le cure siano rivolte non solo al suo corpicino, ma anche al suo potenziale cognitivo. Nel primo triennio di vita si assiste ad un'elevata produzione di connessioni neuronali, dopo di che le connessioni meno attivate decadono: questa è un'ottima ragione per dedicare molte attenzioni a questo periodo della  vita del bambino, proponendo attività ludiche adeguate, in modo da potenziare abilità che saranno utili nei periodi successivi della propria esistenza (es. attitudine all'ascolto, implementare i tempi d'attenzione, la coordinazione mano occhio, la relazione causa effetto, etc..)

Lo strumento educativo d'eccellenza nella primissima infanzia è il gioco. Il neonato gioca con ogni cosa: esplora le manine, scopre i piedi, manipola e ciuccia il lenzuolino della culla, si lascia catturare dalla voce della mamma, gioca con la propria voce emettendo lallazioni.

In generale il gioco  stimola lo sviluppo degli aspetti emotivi, di abilità fisiche, cognitive e sociali. Importante è la figura dell'adulto mediatore, che accompagna il piccolo nel processo di scoperta, conoscenza, in maniera maieutica e non intrusiva.

Tutto questo talvolta non è semplice per un neo genitore, impegnato nella scoperta del proprio bambino, nella soddisfazione dei bisogni primari e nella riscoperta di se stesso nel nuovo ruolo. Troppo spesso le figure di riferimento che ruotano intorno  a genitori (come le ostetriche, i pediatri), sono comprensibilmente impegnate nell'orientare la neo-mamma ed il neo-papà nella cura del bimbo intesa come allattamento e pratiche d'igiene, che dimenticano di sostenere il genitore nel ruolo di mediatore tra l'ambiente  ed il bambino, non illustrando l'importanza di pratiche quali la lettura condivisa o dimenticando di suggerire attività adeguate a potenziare abilità emergenti.

Se questo può non essere un problema, quando si parla  di bambini normodotati, diventa invece una deprivazione importante, quando si è genitori di bambini con deficit cognitivi, perchè manca un'adeguata stimolazione in un'età d'oro!

Fortunatamente i libri sono spesso dei preziosi compagni di viaggio; in questo caso trovo preziosa e consiglio la consultazione del testo: "Giocando s'impara. Sviluppa le potenzialità del tuo bambino con creatività" di Miriam Stoppard (Mondadori).

E' una pubblicazione sicuramente datata (2005), che spero sia ancora reperibile presso le librerie o nelle biblioteche. La trovo utile, perchè aiuta il neo-genitore nella comprensione del bambino nel suo primo anno di vita, facendo mese per mese il focus sulle potenziali abilità emergenti, in maniera da suggerire al genitore semplicissime, economiche e divertenti proposte di attività da fare con il proprio cucciolo. Per ogni proposta vengono illustrate le capacità che essa stimola. 

Per esempio: 

- sapevate che proporre libricini al neonato sin dal primo mese (libricino morbido, in panno, con immagini grandi e dai colori vivaci), mediando con la vostra voce, stimola: la vista, la capacità d'osservazione, la concentrazione, la concettualizzazione, la memoria, il linguaggio, la cognizione, la socievolezza, la partecipazione e progressivamente la destrezza manuale?

-vi è noto che il famoso gioco del "Bubu-settete", sottende due important concetti? 1.Il bambino anche se non riesce a vedere un oggetto, perchè nascosto al suo campo visivo, questo esiste realmente. 2.Imparare a prevedere cosa avviene dopo. Questo semplice gioco quindi  stimola: il concetto di permanenza delle costanti, la memoria, la capacità di previsione, la fiducia, il concetto di assenza, la concentrazione e l'osservazione.

Buon divertimanto!

Palestrina: stimola coordinazione mano-occhio, attenzione, relazione causa effetto, vista, udito, tatto (Giulia Sassi, Copyright: Nadia Scarnecchia@)


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