Passa ai contenuti principali

La scuola nella società complessa: un piccolo spunto di riflessione.


Illustrazione di Cara Carmina.

La complessa società moderna con le sue dinamiche, è spesso causa di incertezza e disorientamento, quindi si rivela necessario maturare risorse per adattarsi al cambiamento, fronteggiare la complessità, imparando a riprogettarsi. Uno degli obiettivi principali dell'educazione e delle figure educative è quello di aiutare i soggetti a sviluppare strategie per affrontare efficacemente le situazioni nuove.

"Per prepararsi alla società di domani non bastano conoscenze e capacità di metterle in pratica acquisite una volta per tutte. E' indispensabile soprattutto l'attitudine ad apprendere e comunicare." (Consiglio europeo Bruxelles, 1993) Tratto da:"Il Programma di Arricchimento Strumentale", di Reuven Feuerstein, Raphael S. Feuerstein, Luis Falik e Yaacov Rand. 

Attraverso l'apprendimento e l'esercizio costante, i soggetti possono imparare a costruire personali strategie per imparare ad imparare. L'intelligenza è un entità dianamica, non determinata irrimediabilmente della genetica, ma frutto dell'interazione del soggetto con l'ambiente circostante e con gli stimoli che da questo riceve. Ogni individuo è modificabile, a prescindere dall'età, dall'eventuale esistenza di  patologia  e dalla gravità di questa.

La scuola  è il luogo in cui i ragazzi apprendono i contenuti, ma è importante che imparino soprattutto a pensare, ad elaborare strategie per migliorare la propria flessibilità e rendere lo studio maggiormente efficiente: è il luogo in cui i giovani devono sviluppare curiosità ed interessi, motivarsi nei confronti dell'apprendimento non semplicemente finalizzato al rendimento scolastico, ma all'arricchimento personale, all'assunzione di un ruolo attivo nei confronti dello studio, ma ancor più in relazione agli eventi della vita. La scuola è il luogo dove imparare a pensare, cooperare, condividere.

Commenti

Post popolari in questo blog

Le cornicette.

Cornicette: fiori. Ricordo ancora con piacere quando al termine dell'esercizio decoravo la pagina con una bella cornicetta , al tempo per me disegnare cornicette era semplicemente un atto divertente, creativo e rilassante. In realtà tracciare cornicette per un bambino che sta terminando la scuola materna o che frequenta i primi anni della scuola elementare, può essere una risorsa per allenare non solo la creatività, ma per affinare la coordinazione mano occhio e alcuni aspetti cognitivi. Vediamo insieme come mai la cornicetta è una risorsa... Cornicetta: insetti. Per riprodurre una bella cornicetta, bisogna imparare ad osservare bene il modello : esplorarlo sistematicamente, identificarne la forma e le caratteristiche. Quindi è necessario riprodurre il modello, ma a questo fine si deve prima organizzare lo spazio (ossia i quadretti necessari), pianificare , comprendere quante righe tracciare, che orientamento dare alle righe (orizzontale, verticale, obliquo), indivi...

Coloritura Facilitata.

Mi piace molto proporre a mia figlia (4 anni compiuti da poco) delle attività. Pare si diverta e a volte è lei stessa a chiedermi con impazienza di farle fare qualcosa. Ammetto che per me è una gioia, perchè essendo una mia passione, mi sembra di trasmetterle qualche cosa di me, una sorta di eredità non materiale che le rimarrà. Per divertimento ho deciso di far sperimentare a G. la coloritura facilitata, solitamente è una strategia che si usa con bimbi che hanno difficoltà nel colorare con precisione e nel rispettare i bordi . Per chi non conoscesse la tecnica è molto semplice: si traccia il disegno col pennarello, quindi i bordi della figura vengono ripassati con colla vinilica ed una volta asciutti saranno in rilievo, creando un bell'effetto che a me ricorda  la gelatina.  Prima d'iniziare a colorare ho chiesto a G. di nominare le parti del Calimero e di passare il dito indice della mano con cui colora (la destra) sui contorni in rilievo. Mi sono r...

Mamma ed educatore professionale, due "mestieri" diversi con punti di contatto.

Giulia fa  la nanna.   Navigando sul web o parlando con conoscenti, mi è capitato spesso di leggere commenti circa le competenze educative delle mamme. Proprio da queste letture e dall'ascolto, è nata la mia riflessione che ho piacere di condividere... Diverse volte mi è capitato di ascoltare frasi del tipo: "Però Tizia non può capire, non ha figli!", non di rado la Tizia in questione era un'educatrice formata con anni d'esperienza!  Non è nemmeno raro percepire da parte dei genitori sfiducia nelle figure che ruotano intorno ai propri figli (pediatri, educatori, insegnanti, psicologi), come se nessuno eccetto loro avesse interesse nel tutelare il minore.  E' difficile, dal mio punto di vista separare l'essere mamma dal fare l'educatrice, perchè come genitore l'agire è determinato dall'intenzionalità educativa, ossia dalla volontà di aiutare mia figlia a sviluppare risorse, competenze e piano piano condurla verso una progressiva autono...