Cosa fa un educatore socio-culturale?



Vorrei condividere con tutti i lettori quest'interessante spiegazione concernente la professione dell'educatore socio-culturale (tratta da: Atlante delle professioni _ Informalavoro, Torino. http://www.comune.torino.it/lavoro/num18_10/06.htm), perchè dal confronto con colleghi, abbiamo inteso che non è chiaro per molti, quale sia il nostro ruolo e  in che ambito possiamo lavorare. 
E' una professione che consente di mettersi in gioco, di crescere, di scoprire proprie mancanze, molto gratificante e certe volte difficile. Una PROFESSIONE a tutti gli effetti.

Continua la presentazione delle schede dei profili professionali descritte nell'Atlante delle Professioni
Chi è?
L’educatore socio-culturale promuove la crescita personale, l’inserimento e la partecipazione sociale, accompagna i gruppi, le comunità e le singole persone a sviluppare le potenzialità ludiche, culturali, espressive e relazionali. Tra gli aspetti caratterizzanti la sua attività vi sono: l’ideazione, l’organizzazione e la gestione di interventi educativi, sociali e culturali rispondenti ai bisogni individuali; l’organizzazione di luoghi di socialità; la consulenza personale; la mediazione dei conflitti, in tutti gli ambiti in cui è possibile favorire l’incontro tra persone e gruppi e far crescere le loro capacità di partecipare attivamente alla vita sociale.
L’educatore socio-culturale a differenza dell’educatore professionale non può operare in progetti e servizi educativi e riabilitativi in ambito socio-sanitario rivolti a persone in difficoltà: minori, tossicodipendenti, alcolisti, carcerati, disabili, pazienti psichiatrici e anziani.
Quali norme regolano la professione?
La professione dell’educatore socio-culturale nella Regione Piemonte è disciplinata dalla Legge Regionale n. 1 del 2004 “Norme per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento”.
Altre norme che regolano il settore sono:
  • Decreto legislativo 112/1998: introduce l’espressione “professioni sociali”.
  • Legge Quadro 328/2000: riforma del comparto sociale.
Che cosa fa?
  • analizza i bisogni del territorio attraverso analisi di studi e confronti con gli attori sociali;
  • progetta servizi e interventi volti a soddisfare i bisogni individuati;
  • organizza gli interventi educativi pianificando le attività attraverso il confronto con il committente;
  • realizza attività educative rivolte a target differenti;
  • rendiconta le spese sostenute per lo svolgimento delle attività, producendo la documentazione richiesta dal committente;
  • valuta l’intervento educativo, dal progetto al servizio erogato, in base agli obiettivi posti in fase di progettazione;
  • attiva reti territoriali facendosi portavoce dei bisogni.
Dove lavora?
  • luoghi di animazione per bimbi e ragazzi (ludoteca, spazio gioco, spazio famiglia, babyparking, nido d’infanzia, nido familiare/micronido, centro estivo, centro incontro giovani, laboratorio extrascolastico);
  • luoghi di animazione per anziani (centro/residenza per anziani, casa di riposo, comunità diurna/comunità alloggio, soggiorno estivo);
  • luoghi di animazione territoriale e promozione socio-culturale (servizi di agenzia di sviluppo territoriale e di centro di quartiere, centro culturale, ente di promozione culturale, museo, centro aggregazione
    giovanile e centro di animazione territoriale).
Le strutture in cui l’educatore socio-culturale opera possono essere pubbliche, private e del terzo settore, residenziali e semi residenziali, preposte a sviluppare attività di vita comunitaria sia occasionale sia permanente, con finalità preventiva e di integrazione sociale.
In particolar modo si annoverano tra gli altri: centri gioco, centri per le famiglie, centri di promozione territoriale di quartiere, centri culturali e interculturali, centri o residenze per gli anziani, musei, biblioteche, scuole, residenze protette, centri di cura.
Nelle strutture residenziali o semiresidenziali l’educatore socio-culturale solitamente lavora in team e risponde al responsabile della struttura; il suo tempo lavoro può essere organizzato in turni anche notturni.
Nel caso di progetti educativi sul territorio gli orari sono più flessibili e beneficia di un livello di responsabilità e autonomia maggiori, riferendo comunque al coordinatore di progetto o al responsabile del servizio.
Quali sono le condizioni di lavoro?
L’educatore socio-culturale svolge la propria attività solitamente come socio lavoratore, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, in cooperative sociali, ma a volte può intraprendere la carriera in qualità di lavoratore autonomo aprendo la Partita IVA.
Per progetti non riconducibili alle attività in strutture residenziali o semiresidenziali, si fa ricorso a contratti a termine, mentre le figure che ricoprono ruoli dirigenziali o amministrativi godono di maggiore stabilità occupazionale.
L’orario di lavoro dipende dal tipo di attività realizzata in relazione all’utenza coinvolta.
Generalmente, l’educatore socio-culturale deve essere disposto a svolgere attività di diversa natura, sia rivolte all’utenza sia di tipo amministrativo.
Opera in ambienti organizzativi in cui solitamente le mansioni e i ruoli non sono rigidamente definiti e possono variare in base al tipo di utenza e al tipo di intervento che si realizza. Per tale motivo, l’approccio al lavoro dovrebbe essere improntato alla disponibilità e alla flessibilità operativa e connotato da un’elevata motivazione personale. In questa area di professionalità, per le criticità che si possono incontrare nelle relazioni con gli utenti, il turn over può risultare elevato. L’educatore svolge le propria attività in modo integrato con altre figure professionali coinvolte nel servizio erogato.
Formazione e sviluppo professionale
Per esercitare la professione, costituisce titolo di ingresso il possesso del diploma di laurea in Scienze dell’Educazione, curriculum Educatore professionale socio-culturale o lauree con contenuti formativi analoghi (es. laurea triennale del corso interfacoltà in Educatore Professionale).
Oltre al percorso formale richiesto è apprezzata una precedente esperienza lavorativa o volontaria sul campo e una innata capacità all’ascolto e alla relazione.
Dopo un periodo di inserimento della durata di qualche mese (variabile in funzione delle politiche del personale delle organizzazioni), solitamente l’educatore socioculturale è stabilizzato nell’impiego con l’assunzione a tempo indeterminato. (Non sempre, perchè anche questa professione risente degli andamenti del mercato)
Con il passare del tempo, attraverso l’acquisizione di esperienza sul campo e di competenze gestionali, può in alcuni contesti organizzativi (strutture residenziali, semiresidenziali, cooperative sociali, ecc.) assumere ruoli di responsabilità e coordinamento.
A livello di mansioni può svolgere attività di progettazione in risposta a bandi pubblici oppure occuparsi della formazione o del tutorato dei nuovi educatori e del loro affiancamento nel team di lavoro.
Sul sito www.atlantedelleprofessioni.it puoi guardare i video e trovare altri specialisti e tecnici nelle professioni sociali (es. educatori, orientatori, assistenti sociali, tecnici dei Centri per l’impiego):
  • Assistente sociale
  • Educatrice ed Educatore professionale
  • Orientatrice e Orientatore

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