Passa ai contenuti principali

Mediazione del comportamento di condivisione.

Illustrazione di Nicoletta Costa.



Tra i criteri di mediazione illustrati dal prof. Reuven Feuerstein è significativo il comportamento di condivisione, poichè "...esprime il bisogno dell'individuo di uscire dal proprio sè per cooperare con gli altri e far sì che gli altri, a loro volta, partecipino alle vicende". (R. Feuerstein, Y. Rand, R. Feuerstein, In collaborazione con N. Laniado e G. Pietra (2005). "La disabilità non è un limite, se mi ami, costringimi a cambiare." Firenze, Libri Liberi.)  

Affinchè il soggetto sia capace di condividere con gli altri le esperienze, le proprie opinioni, è necessario che superi la prospettiva egocentrica, sviluppando l'empatia, ossia imparando a vedere le cose anche da punti di vista esterni. Questa abilità è uno degli elementi portanti dell'intelligenza emotiva, che permette ai  soggetti un buon successo lavorativo. L'interazione madre-bambino si rivela determinante per lo sviluppo di questa capacità: sin dai primi mesi il neonato impara a concentrare la propria attenzione sugli occhi del genitore, mentre è meno semplice imparare a  seguire lo sguardo materno e quindi spostare la propria attenzione su quanto la mamma osserva.
La condivisione è un bisogno innato nei bambini. E' bene che in famiglia si condividano le esperienze della giornata e si chieda al bambino di esprimere la propria opinione. La scuola, in quanto agenzia educativa che consente al bambino di sperimentare le dinamiche di gruppo, è il luogo ideale per esercitare il comportamento di condivisione, all'interno della classe gli alunni possono esprimere le proprie considerazioni, confrontarsi, imparando ad  ascoltare gli alltri e ad intervenire quando è il proprio turno.

Commenti

  1. il mio pensiero leggendo questa bellissima pagina va a Haywood a all'unità "Cambiamento di ruolo"

    RispondiElimina
  2. Grazie! Sono sempre contentissima quando leggo commenti...almeno chi passa lascia la propria traccia, oltre che un contributo con il proprio parere o dando informazioni!!!
    Mi risulti Anonima, sei Mara o Susanna o...?
    Io spero di riuscire a frequentare il corso Haywood quanto prima perchè mi interessa veramente!!!
    Ricordate di firmarvi, non è un obbligo chiaramente, ma mi fa piacere chiamarvi per nome!
    Nadia S.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Le cornicette.

Cornicette: fiori. Ricordo ancora con piacere quando al termine dell'esercizio decoravo la pagina con una bella cornicetta , al tempo per me disegnare cornicette era semplicemente un atto divertente, creativo e rilassante. In realtà tracciare cornicette per un bambino che sta terminando la scuola materna o che frequenta i primi anni della scuola elementare, può essere una risorsa per allenare non solo la creatività, ma per affinare la coordinazione mano occhio e alcuni aspetti cognitivi. Vediamo insieme come mai la cornicetta è una risorsa... Cornicetta: insetti. Per riprodurre una bella cornicetta, bisogna imparare ad osservare bene il modello : esplorarlo sistematicamente, identificarne la forma e le caratteristiche. Quindi è necessario riprodurre il modello, ma a questo fine si deve prima organizzare lo spazio (ossia i quadretti necessari), pianificare , comprendere quante righe tracciare, che orientamento dare alle righe (orizzontale, verticale, obliquo), indivi...

Coloritura Facilitata.

Mi piace molto proporre a mia figlia (4 anni compiuti da poco) delle attività. Pare si diverta e a volte è lei stessa a chiedermi con impazienza di farle fare qualcosa. Ammetto che per me è una gioia, perchè essendo una mia passione, mi sembra di trasmetterle qualche cosa di me, una sorta di eredità non materiale che le rimarrà. Per divertimento ho deciso di far sperimentare a G. la coloritura facilitata, solitamente è una strategia che si usa con bimbi che hanno difficoltà nel colorare con precisione e nel rispettare i bordi . Per chi non conoscesse la tecnica è molto semplice: si traccia il disegno col pennarello, quindi i bordi della figura vengono ripassati con colla vinilica ed una volta asciutti saranno in rilievo, creando un bell'effetto che a me ricorda  la gelatina.  Prima d'iniziare a colorare ho chiesto a G. di nominare le parti del Calimero e di passare il dito indice della mano con cui colora (la destra) sui contorni in rilievo. Mi sono r...

Mamma ed educatore professionale, due "mestieri" diversi con punti di contatto.

Giulia fa  la nanna.   Navigando sul web o parlando con conoscenti, mi è capitato spesso di leggere commenti circa le competenze educative delle mamme. Proprio da queste letture e dall'ascolto, è nata la mia riflessione che ho piacere di condividere... Diverse volte mi è capitato di ascoltare frasi del tipo: "Però Tizia non può capire, non ha figli!", non di rado la Tizia in questione era un'educatrice formata con anni d'esperienza!  Non è nemmeno raro percepire da parte dei genitori sfiducia nelle figure che ruotano intorno ai propri figli (pediatri, educatori, insegnanti, psicologi), come se nessuno eccetto loro avesse interesse nel tutelare il minore.  E' difficile, dal mio punto di vista separare l'essere mamma dal fare l'educatrice, perchè come genitore l'agire è determinato dall'intenzionalità educativa, ossia dalla volontà di aiutare mia figlia a sviluppare risorse, competenze e piano piano condurla verso una progressiva autono...