giovedì 30 ottobre 2014

Halloween e il fantasma del piedino...

Paura? Copyright:NadiaScarnecchia@

Nel cuore dell'autunno, il 31 ottobre fa ritorno la ricorrenza di Halloween; zucche arancioni, pipistrelli, fantasmi e dolcetti sono i protagonisti di questa ricorrenza di origine celtica, che è stata adottata da altri Paesi, a volte scatenando polemiche.

L'Halloween a cui faccio riferimento è quel momento dell'anno in cui frotte di bambini mascherati salgono per le scale del mio palazzo e suonando il campanello domandano: "Dolcetto o scherzetto?", quindi tuffano le loro manine nel sacchetto delle caramelle ringraziando con un sorriso che cela l'emozione per la conquistata leccornia, per essere tutti insieme tra amici, per essersi mascherati, per ricevere le attenzioni degli adulti che li accompagnano, per aver avuto l'occasione per uscire la sera "come i grandi"!

E' un Halloween fatto di convivialità, amicizia, condivisione e creatività, una sorta di Carnevale d'autunno, che nulla ha a che vedere con eventuali devianze sociali.

Quest'anno ho avuto la fortuna di poter coinvolgere mia figlia Giulia, di otto mesi, in un lavoretto: il fantasma del piedino.
Obiettivi:  
- fare insieme (condivisione);
- esperienza sensoriale per il piedino che ha provato nuove sensazioni,
- sperimentare la relazione causa-effetto (il colore lascia una traccia, un'impronta), 
-il corpo può fare.

E' una semplice attività per la quale sono necessari:

_ cartoncino nero;
_ colore a dita bianco;
_ piatto di plastica (per mettere il colore);
_ glitter;
_ Uniposca argentato.

Tenete a portata di mano salviettine detergenti e carta casa.

Come procedere: 


Cartoncino nero e colore a dita bianco. Copyright: NadiaScarnecchia@

1. preparate un cartoncino e mettete nel piatto il colore bianco e poggiateli sul pavimento;

Piedino di Giulia. Copyright:NadiaScarecchia@
  
2. preparate il bambino denudando il piedino e rimboccando bene il pantalone;
3. bagnate la pianta del piedino nel piatto contenente il colore bianco e timbrate l'impronta sul cartoncino;
4. pulite il piedino con carta casa e/o salviettine per rimuovere gli eccessi di colore, quindi lavate il piedino con acqua corrente tiepda;

Impronte. Copyright: NadiaScarnecchia@

5. quando il fantasmino sarà ascuitto mostrate al vostro bimbo la sua improntina e spigate che diventerà un bel fantasma;

 
Glitter! Copyright:NadiaScarnecchia@



6. con il glitter viola o nero fate gli occhi e se vi piace decorate la veste con altri glitter;
7. scrivete un'onomatopea "spaventosa".

P.S.: siate ben organizzati, pianificate prima l'attività e cercate di essere rapidi. I piccolissimi faticano a gestire le  lunghe attese!


 


domenica 12 ottobre 2014

S.O.S. Tata, ma....

 
Copyright@NadiaScarnecchia


Il nuovo ruolo di mamma mi ha permesso di confrontarmi con un problema che probabilmente coinvolge molti genitori: quello della ricerca di una tata!

Sono molte le ragioni per cui una famiglia con prole può aver bisogno di una baby sitter: un preococe rientro lavorativo per cui la coppia non si sente di affidare un bimbo così piccolo ad una comunità come quella rappresentata dal nido preferendo che venga seguito all'interno dell'ambiente domestico, il bisogno di coprire poche ore d'assenza o la necessità di fronteggiare eventuali emergenze ed imprevisti.

In tutte queste situazioni sicuramente i genitori desiderano affidare il proprio cucciolo ad una persona educata, onesta, sensibile, dolce, equilibrata, inoltre se la tata è anche creativa nessuno disdegna! La tata deve sicuramente essere empatica, questa è una dote che dipende dall'ambiente, dalle esperienze familiari e di vita della tata. Circa questi aspetti tutti i genitori sono concordi. 

C'è invece una questione, che come educatrice-mamma, mi sta profondamente a cuore:quella relativa alla formazione della tata. Personalmente vorrei una  tata con competenze pedagogiche, non perforza laureata ovviamente, ma che abbia fatto studi nel settore!

Come educatrice, credendo profondamente nel valore dell'educazione come atto che sottende intenzionalità e reciprocità (quando si agisce o si parla con l'educando, anche con un lattante, dev'esserci il desiderio di stabilire un contatto, perchè il piccolo possa comprendere il messaggio e dare un output), trascendenza (l'intenzione di andare oltre il momento. Per esempio se stiamo leggendo un libro insieme: stiamo imparando a condividere esperienza, stiamo ampliando il linguaggio, la rappresentazione mentale, il pensiero ipotetico, scoprendo la relazione causale e temporale tra gli eventi), mediazione del significato (quando comunico al bambino di non fare una cosa, di fare un determinato percorso, spiego sempre il perchè, cerco di aiutarlo a dare un senso all'agire).  La figura educativa di riferimento, anche la tata quindi, deve aiutare il bambino a tirar fuori abilità, sapendolo incoraggiare, stimolare, trovando parole e gesti adatti per costruire  senza ferire. Per fare tutto questo non basta essere persone sensibili, amare i bambini, ma soprattutto in momenti particolari, è necessario conoscere le tappe evolutive, possedere almeno i rudimenti di pedagogia e non guasta avere pregresse esperienze in ambito educativo, perchè  una cosa è certa: ogni bambino è unico!

Quando si pensa alla ricerca della baby sitter si pensa prevalentemente ad una figura femminile e se aprendo la porta ci si trovasse davanti un uomo, quali sarebbero i sentimenti di mamma e papà? Cambierebbero le aspettative?

Sarei ben lieta di conoscere le opinioni e testimonianze dei lettori circa il tema della ricerca della tata: cosa vi aspettate? Con che criteri ne avete scelta una? Avete esperienze dirette come babysitter? 

Per la stesura di questo post, ringrazio le persone con cui ho avuto l'opportunità di confrontarmi tramite FaceBook: Claudia Manfredini (mamma), Davide Di Pierro (esperto in teatro per ragazzi, zio),  Ismaela Evangelista (psicologa e psicoterapeuta), Nicoletta Vitrugno (mamma), Cinzia Ragusa (educatrice), Daniela Di Mauro (mamma) e Sabina M. Radaelli (mamma). Ringrazio mia figlia Giulia, perchè mi permette ogni giorno di crescere e confrontarmi con nuovi bisogni e situazioni.

Gestire le emozioni in famiglia.

Immagine tratta dal web Le emozioni sono un argomento estremamente vasto, che implica aspetti neurologici, psicologici, biologici e social...