Passa ai contenuti principali

Gestire le emozioni in famiglia.

Immagine tratta dal web



Le emozioni sono un argomento estremamente vasto, che implica aspetti neurologici, psicologici, biologici e sociali.

Il ruolo delle emozioni per l'evoluzione della specie è quello di consentire l'adattamento all'ambiente che cambia e alle diverse situazioni sociali: la valutazione dei pericoli, regolando il comportamento al fine di sopravvivere.
 
Alcune emozioni sono biologicamente radicate, sono le emozioni primarie (gioia, tristezza,rabbia, disgusto, paura). Altre emozioni emergono nel corso dello sviluppo, per assolvere un compito adattivo: emozioni secondarie (es. vergogna, senso di colpa, rimorso, invidia).

Solo una buona conoscenza delle emozioni e la capacità di saper ragionare su di esse (metacognizione) può consentirci un buon adattamento sociale, relazioni interpersonali appaganti, salute mentale.

La famiglia è palestra di emozioni per il bambino, ma è importante che gli adulti di riferimento abbiano imparato a gestire le proprie emozioni nelle relazioni interpersonali e con la prole.

Se è vero che la regolazione emotiva dovrebbe essere appresa già durante la prima infanzia attraverso l'interazione con il caregiver , è altrettanto vero che imparare a gestire le emozioni richiede tempo e pratica.

Qui di seguito vi offro alcuni spunti di riflessione per provare a gestire le emozioni in famiglia.
  • Mai ignorare o sminuire le emozioni altrui.
  • Mai fare confronti: siamo tutti diversi. E' nella diversità l'umana bellezza.
  • Usare nel linguaggio quotidiano parole relative alle emozioni: Es. "Sono dispiaciuta per aver bruciato i biscotti."
  • Imparare a riconoscere i trigger: ossia le "zone sensibili" che fanno "scattare" te, i tuoi figli, il tuo partner.
  • Discutere delle proprie emozioni in famiglia, imparando a chiedere al prossimo come si sente. Es. "sono tanto triste per la morte del nostro gatto. tu come ti senti?"
  • Ricorda a te e alla tua famiglia che noi possiamo scegliere come reagire alle situazioni.
  • Se sceglie letture per i tuoi figli non evitare le storie infelici (non esiste un mondo ovattato). Leggere di emozioni ed esperienze altrui contribuisce allo sviluppo dell'empatia (la capacità di mettersi nei panni altrui). 
Grazie per l'attenzione. Per riflessioni ed ulteriori spunti sono disponibile all'indirizzo e mail: scarnecchia.nadia@tiscali.it

Commenti

Post popolari in questo blog

Le cornicette.

Cornicette: fiori. Ricordo ancora con piacere quando al termine dell'esercizio decoravo la pagina con una bella cornicetta , al tempo per me disegnare cornicette era semplicemente un atto divertente, creativo e rilassante. In realtà tracciare cornicette per un bambino che sta terminando la scuola materna o che frequenta i primi anni della scuola elementare, può essere una risorsa per allenare non solo la creatività, ma per affinare la coordinazione mano occhio e alcuni aspetti cognitivi. Vediamo insieme come mai la cornicetta è una risorsa... Cornicetta: insetti. Per riprodurre una bella cornicetta, bisogna imparare ad osservare bene il modello : esplorarlo sistematicamente, identificarne la forma e le caratteristiche. Quindi è necessario riprodurre il modello, ma a questo fine si deve prima organizzare lo spazio (ossia i quadretti necessari), pianificare , comprendere quante righe tracciare, che orientamento dare alle righe (orizzontale, verticale, obliquo), indivi...

Coloritura Facilitata.

Mi piace molto proporre a mia figlia (4 anni compiuti da poco) delle attività. Pare si diverta e a volte è lei stessa a chiedermi con impazienza di farle fare qualcosa. Ammetto che per me è una gioia, perchè essendo una mia passione, mi sembra di trasmetterle qualche cosa di me, una sorta di eredità non materiale che le rimarrà. Per divertimento ho deciso di far sperimentare a G. la coloritura facilitata, solitamente è una strategia che si usa con bimbi che hanno difficoltà nel colorare con precisione e nel rispettare i bordi . Per chi non conoscesse la tecnica è molto semplice: si traccia il disegno col pennarello, quindi i bordi della figura vengono ripassati con colla vinilica ed una volta asciutti saranno in rilievo, creando un bell'effetto che a me ricorda  la gelatina.  Prima d'iniziare a colorare ho chiesto a G. di nominare le parti del Calimero e di passare il dito indice della mano con cui colora (la destra) sui contorni in rilievo. Mi sono r...

Mamma ed educatore professionale, due "mestieri" diversi con punti di contatto.

Giulia fa  la nanna.   Navigando sul web o parlando con conoscenti, mi è capitato spesso di leggere commenti circa le competenze educative delle mamme. Proprio da queste letture e dall'ascolto, è nata la mia riflessione che ho piacere di condividere... Diverse volte mi è capitato di ascoltare frasi del tipo: "Però Tizia non può capire, non ha figli!", non di rado la Tizia in questione era un'educatrice formata con anni d'esperienza!  Non è nemmeno raro percepire da parte dei genitori sfiducia nelle figure che ruotano intorno ai propri figli (pediatri, educatori, insegnanti, psicologi), come se nessuno eccetto loro avesse interesse nel tutelare il minore.  E' difficile, dal mio punto di vista separare l'essere mamma dal fare l'educatrice, perchè come genitore l'agire è determinato dall'intenzionalità educativa, ossia dalla volontà di aiutare mia figlia a sviluppare risorse, competenze e piano piano condurla verso una progressiva autono...