Lo Sciopero delle matite.
- No.
Non c'è più rispetto: è inaccettabile!- disse con voce squillante
la matita blu: una matita di mezz'età, elegante e slanciata. Paolino
aveva nuovamente spuntato la matita, perché calcava troppo. La
maestra lo aveva avvertito che sarebbe andata così, però si sa come
sono i bambini, ci mettono energia in quello che fanno!
-
Aiu.....che modi! Ti rendi conto che mi hai fatto cadere?- borbottò
la matita rossa, che per vocazione era sempre arrabbiata. Claretta
l'aveva appoggiata sul lato destro del banco e poiché si muoveva
sempre, come se avesse gli spilli sulla sedia, con una gomitata
l'aveva buttata giù. La matita era caduta come una pera dal pero e
si era rotta la punta.
La
matita rosa, una giovane matitina vanitosa, attendeva trepidante che
Giulia le affinasse la punta con la stessa impazienza con cui
Biancaneve aspettava il Principe Azzurro. Peccato che Giulia fosse
una chiacchierona, aveva sempre tante belle cose da raccontare, così
parlando si distraeva, temperava troppo a lungo e regolarmente la
matita rosa: “tac” rimaneva spuntata e sconsolata.
La
situazione divenne complessa: le matite sempre pronte a riempire di
colore i disegni dell'album, disponibili a sottolineare le decine e
persino le doppie giunsero alla conclusione di non essere
rispettate. La matita rossa, che come avete compreso era accidiosa,
disse: -Facciamo sciopero:
scio-pe-ro! Da oggi, con o senza punta, non coloriamo più!- Dovete
sapere che gli scioperi delle matite sono come l'epidemia di
varicella, se va in sciopero una matita, viene seguita dalle matite
di tutta la classe.
Quando
Mario provò a colorare di rosso un cuore per la sua mamma, la matita
scrisse nulla: niente, nemmeno un puntino sbiadito. Nel frattempo
Adele, che era un po' annoiata e un po' dispettosa, afferrò la
matita grigia per scrivere sul banco, ma fu inutile: pareva avesse la
mina trasparente.
Le
matite erano furibonde, erano quasi diventate nere. A proposito, lo
conoscete il motto delle matite in sciopero? Ve lo dico io: “Matite
spuntate, matite infuriate.” La situazione si faceva seria, durante
l'ora di disegno nessun bambino disegnò e la maestra, pensando che
fossero i bambini a scioperare, scrisse (con la penna) una nota sul
registro. I bambini, durante l'intervallo si consultarono ed essendo
svegli, capirono subito che l'avevano fatta grossa. Non era possibile
che ogni giorno, che dico...ogni ora, qualche matita perdesse la
punta.
Giulia,
che come vi ho detto era loquace, ma anche sensibile, prese la matita
rosa, la temperò in silenzio e con cura la ripose nell'astuccio. La
matita rosa, giovane e vanitosa, si fece scappare un sorriso di
compiacimento. Paolino prelevò dal portapenne l'elegante matita blu
e la guidò sul foglio con un tocco che pareva una carezza e si sa,
con le buone maniere si ottiene tutto. Persino l'irascibile matita
rossa, che Claretta continuava a fissare malinconica mentre giaceva
nel mezzo del banco, si dispiacque un po' per essersi arrabbiata così
tanto.
Quando
arrivò l'ora della lezione di grammatica, la maestra disse agli
scolari di sottolineare gli articoli determinativi con la matita
verde. Dopo un attimo di sconcerto i bambini timorosi, provarono a
seguire la consegna e con stupore constatarono che ogni matita faceva
il proprio lavoro. Michele, che era pignolo, provò a scrivere su un
foglio di brutta anche con le altre matite: tutto era tornato alla
normalità!
Che
dite, gli scolari avranno imparato la lezione? Le matite vanno
trattate con rispetto.
Nadia Scarnecchia
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